A memoria d’uomo non si è mai visto un inquilino dire al proprietario locatore di abbattere la casa in cui vive e lavora (perché l’affittuario la considera vecchia) e di costruirgliene una nuova.
Ma ancora di più non si è mai visto che il proprietario prenda atto della richiesta e agevoli la demolizione della casa (abilitata con tutte le norme di sicurezza nazionali e internazionali) e aiuti a costruirne una coi suoi soldi e sui suoi terreni.
Sì, perché sia Ernesto Paolillo che il megagalattico amministratore delegato del Milan spa Ivan Gazidis non hanno detto che il Meazza non gli va più bene e che adesso con i loro soldi e sui loro terreni costruiscono una nuovo stadio, tutto loro.
Su Repubblica leggiamo questo ineffabile Gazidis
“Il nuovo stadio è necessario” A chi? Per che cosa? Per i conti delle società, e quindi per i bonus dei presidenti e degli amministratori delegati?
“Costruire un nuovo stadio verde (gli spettatori si siedono sui prati? ), e sostenibile (che vuol dire?) è fondamentale” “Ci abbiamo impiegato tre anni per progettare lo stadio e (leggete bene) finalmente abbiamo ottenuto l’approvazione” (davvero? quando? Hanno già presentato il progetto dunque? )
E leggete la conclusione “Sarà totalmente privato!”
Ma guarda! Forse non sta parlando di San Siro, di aree comunali, o forse Scaroni ha avuto qualche problema a spiegare al sudafricano come stanno le cose o forse Scaroni e il sudafricano pensano di avere il Comune di Milano già nel sacco. E quindi forse ha ragione lui, e il fenomeno (il Sindaco) ha già svenduto tutto!
E forse è per questo che non viene convocata la Commissione urbanistica (pardon, rigenerazione urbana) per discutere del progetto che Gazidis dà per già approvato.
Forse un po’ di dignità del Consiglio Comunale, se non della Giunta, sarebbe auspicabile. Almeno per la forma, altrimenti il sospetto che comandino Scaroni e Gazidis e gli altri siano semplici spettatori, diventa una certezza.
PS. Repubblica ha messo questa foto, ma per Gazidis non vale , lo stadio è verde, nel verde, dipinto di verde, nel vuoto.
Attorno a questa fantastica (in senso proprio, di fantasia) costruzione non c’è nulla.