“Avere uno stadio nei tempi più brevi possibili”. C’è già: è lo stadio Meazza in San Siro.
I signori Scaroni e Antonello continuano a raccontare balle: loro vogliono una operazione edilizia, la loro operazione edilizia, giustificata dalla costruzione di un nuovo, modesto e anonimo, stadio, passando per la demolizione del Meazza (demolizione che sarebbe una gigantesca bomba ecologica e ambientale).
Lo stadio nuovo nel loro progetto occupava solo il 14% dell’area pubblica su cui volevano mettere le mani con un indice di edificabilità dello 0,63 mq/mq, quasi il doppio di quello consentito dalle norme vigenti. Ma a loro delle norme vigenti non interessa nulla. Hanno la sfrontatezza di parlare di ostacoli burocratici quando da quasi tre anni il Comune aspetta un progetto, con uno studio di fattibilità, e con un piano economico finanziario adeguato, che non è mai stato presentato dalle due società cino-americane. Hanno presentato ai giornalisti un progetto a dicembre 2022 di uno stadio nella foresta amazzonica, progetto mai depositato in Comune. Più imbroglio mediatico di questo non si poteva immaginare.
I signori Scaroni e Antonello pensano che quanto proposto dalle loro società debba essere preso a scatola chiusa: questa è la loro mentalità, vogliono “l’unità di intenti” sul loro progetto, le regole e le norme per loro sono un ostacolo, fanno perdere tempo.
Le loro affermazioni sono un insulto alla verità: hanno avuto tre anni per presentare un progetto in linea con il piano Generale del Territorio e senza la demolizione dello stadio Meazza, un bene pubblico. Ma se qualcuno si resentasse al Comune a chiedere la demolizione dell’Arena per costruire un nuovo stadio di atletica leggera, non avreste chiamato l’ambulanza?
Il travisamento della verità con le ultime dichiarazioni del duo cino-americano sono una offesa al Sindaco e al Consiglio, oltre che agli uffici comunali.
A questo punto sarebbe giusto che il Comune chiudesse la pratica amministrativa perché la proposta, con le condizioni e prescrizioni richieste da ben due delibere di Giunta 2019-2021, non è mai pervenuta. Questo anche per insegnare il rispetto delle istituzioni a due personaggi, che pensano di essere i “padròn della melonéra”. A proposito, anche il Real Madrid aveva chiesto al Comune di costruire un hotel e un centro commerciale, e dopo la risposta negativa del Comune di Madrid, la società ha proceduto ad ammodernare il suo stadio con le sue risorse.
Vadano pure altrove a fare la loro operazione immobiliare: soldi di tasca propria le due società non li tirano fuori, anzi adesso, con il rincaro del costo delle costruzioni del 40%, chiederanno maggiori volumetrie ancora. Si accomodino dunque. Consideriamo poi che in una visione moderna dello sport spettacolo, ogni squadra dovrebbe avere lo stadio di sua proprietà o in gestione esclusiva, ma le due società cino-americane in questo momento non hanno né la forza economica né la volontà di mettersi al pari con il resto d’Europa: raccontano solo barzellette, poiché in realtà lo stadio a cui pensano è in concessione a due: una soluzione vecchia.
Per il Meazza si può prevedere subito un bando per la gestione con un progetto di ammodernamento (copertura, campo retrattile con più superfici e realizzazione di altre opere che avrebbero dovuto fare i gestori dello stadio in questi venti anni) per farne una arena multifunzionale.
C’è da rilevare però che i signori Scaroni e Antonello hanno un grande senso dell’umorismo “Lo stadio è il primo ingrediente per aver successo”: pensavamo che fossero i giocatori, ma per conquistare il consenso dei tifosi sono disposti a far ridere tutto il mondo. Poco lontano da qui vi è una squadra che è proprietaria dello Stadio, ha comprato anche uno dei migliori giocatori del mondo, ma sembra che non abbia molto successo in Europa. Forse per il calcio italiano c’è bisogno di una visione diversa, più moderna, senza la tentazione di usare le speculazioni edilizie per far quadrare i conti.
Luigi Corbani
Per il Comitato SiMeazza
(giovedì 7 aprile 2022)