Parola di Milan e Inter. E allora perchè lo vogliono demolire?
Succedono cose davvero curiose in questo mondo di gente che pensa solo agli affari. Qualche giorni fa, il Presidente del Milan Scaroni e l’amministratore delegato dell’Inter Antonello hanno dichiarato al Corriere: “San Siro, seppur iconico, ha fatto il suo tempo”. Poi si va a leggere il sito della società che gestisce lo stadio e si conferma che ad alcuni sembra lecito dire tutto e il contrario di tutto. La M-I Stadio S.r.l. che è la società, compartecipata da F.C. Internazionale Milano S.p.A. e A.C. Milan S.p.A., gestisce, per conto dei Club, le attività dello Stadio G. Meazza. Bene, sul suo sito “San Siro Stadium” si legge:
San Siro. Lo stadio di Milano
Benvenuto al San Siro Stadium. Non una semplice struttura ma l’impianto sportivo d’ eccellenza simbolo di Milano…. Entra anche tu nella leggenda…
Il simbolo di Milano, non una semplice struttura, ma l’impianto sportivo di eccellenza. parola delle due società.
Pur di fare una operazione immobiliare, sconfessano quanto scrivono loro stessi. Tutto per 8-9.000 posti “corporate”? O per una operazione di centinaia di migliaia di metri cubi di uffici e centri commerciali , da vendere a qualche promoter immobiliare o a qualche fondo immobiliare ?
E il tutto perchè il Comune non ha vincolato a servizi la zona.
Perchè se il Comune, come avrebbe dovuto fare una amministrazione seria, avesse tutelato con il vincolo a servizi e a verde tutto il comparto San Siro, non ci sarebbe nessun indice di edificabilità, neanche l’0,35 che è il massimo previsto dal PGT. E, per ricordare a chi continua a ripetere a mò di un registratore consumato, che esisterebbe una legge sugli stadi che consente volumetrie più alte, ricordiamo che non esiste nulla di tutto questo; invece la legge dice che bisogna prioritariamente recuperare lo stadio esistente. E il Meazza in San Siro non è neanche da recuperare, va bene così com’è, visto che ha appena ospitato anche le semifinali e finali di Uefa Nations League e ha passato tutti i controlli degli Uffici tecnici comunali, con un nulla osta per altri dieci anni (termine massimo previsto dalla legge).