Il presidente Fontana e la libera concorrenza

PRESIDENTE FONTANA:
LO STADIO MEAZZA NON È DECREPITO E QUELLO CHE VOGLIONO LE SOCIETÀ AMERICANA E CINESE È UN AIUTO PUBBLICO CHE FALSA LA LIBERA CONCORRENZA.


L’Ufficio Stampa del Comune di Milano (oggi lunedì 13 dicembre ) ha prontamente rilanciato la dichiarazione del Presidente della Regione Attilio Fontana:
“Credo si debba fare un nuovo stadio perché “il mondo cambia
ed è dimostrato che le società che possono competere a
certi livelli hanno bisogno anche degli introiti che
derivano dalla gestione di questi nuovi stadi”. Lo ha detto
il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana
“Sulla memoria di San Siro”, ha
proseguito, “non dimentichiamo che anche lo stadio di Wembley
è stato abbattuto e si dice che debba essere abbattuto
anche quello nuovo per farne uno ancora più moderno. La
memoria è stata mantenuta conservando il portale
principale”.

La conservazione della memoria mantenendo il portale principale di Wembley si commenta da sé.
Ma vorrei far presente al Presidente due cose. Primo. Lei Presidente insieme al Sindaco ha presentato al CIO lo stadio Meazza in San Siro come lo stadio idoneo d’eccellenza per la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi 2026. Dal che si deduce che il Meazza tanto decrepito non è. Lo Stadio Meazza infatti, avendo tutti i requisiti Uefa, ha ospitato la semifinale e la finale di Uefa Nations League a ottobre di quest’anno. Lo stadio Meazza ha avuto i collaudi e le verifiche tecniche e di sicurezza degli uffici tecnici comunali a settembre di quest’anno che hanno confermato la sua idoneità per altri dieci anni (limite massimo previsto dalla legge prima dei prossimi controlli), quindi anche per le Olimpiadi 2026. E allo Stadio Meazza non si applica la legge nazionale che esige di “recuperare prioritariamente” gli stadi esistenti: il Meazza in San Siro funziona, e non è da recuperare.

Secondo. Il Presidente Fontana ha ragione quando dice che le società hanno bisogno di nuovi introiti: ci deve solo spiegare perché a carico dei contribuenti e su aree e beni pubblici, e non con i loro investimenti privati.
Non siamo in presenza di società dilettantistiche, senza scopo di lucro. Le società Inter e Milan sono società per azioni, di proprietà di fondi americani e di società cinesi.

Se vogliono uno stadio nuovo si comprano il terreno e se lo costruiscono. Quello che invece vogliono le due società cino-americane (con gestioni in disavanzo da otto anni) è contrario ai principi della libera concorrenza: farsi costruire uno stadio senza tirare fuori un centesimo, ma gravando sulla collettività per ottenere aree pubbliche, volumetrie su queste stesse aree pubbliche, avere in dono lo stadio pubblico e pagare un affitto minore di quello fin qui dovuto per l’uso del Meazza. Tutto ciò è contrario ai principi della stessa Unione Europea poiché configura un indebito aiuto pubblico.

La normativa europea infatti, e giustamente, vieta ogni vantaggio pubblico concesso a titolo di trattamento preferenziale che possa falsare o minacciare di falsare la concorrenza: nel settore, poi, ci sono delle società quotate in Borsa. Quindi stiamo parlando di aziende e interessi privati, che vogliono avere favori pubblici.
Qui, caro Presidente, sta il punto.