Il fondo Elliott e la società Suning con la pubblicazione del rendering di un presunto “nuovo stadio” hanno recato un’offesa al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio Comunale e ai vari uffici che si sono occupati di questa telenovela, iniziata nel luglio 2019.
Perché delle due l’una. O il rendering è del tutto fasullo, poiché descrive uno scenario in cui c’è lo “scatolone” e solo verde attorno (non ci sono case né edifici nuovi o vecchi), solo verde e quindi non corrisponde a nessuna realtà. E dunque è una falsità.
Oppure hanno rinunciato a costruire centri commerciali, albergo, e uffici, e quindi ci hanno fatto perdere del tempo.
A maggiore ragione il Sindaco dovrebbe dunque ritirare la delibera del novembre 2021. Anche perché dal novembre 2019 le due società stanno prendendo in giro il Comune e gli uffici comunali.
La delibera del 2019 per “interesse pubblico”, chiedeva delle cose precise a cui le due società non hanno mai risposto: dovevano presentare uno studio di fattibilità con un indice edificatorio massimo dello 0,35 e un piano economico e finanziario adeguato. Mai risposto; anzi, nel 2020 hanno inoltrato una richiesta che era un insulto a quanto deliberato dalla Giunta: una proposta di 0,51, per cui si limitavano solo a ridurre la richiesta di edificazione da 165.000 mq a 145.000, escluso ovviamente lo stadio (che peraltro ricopre solo il 14% dell’area interessata, 290.000 mq. di aree pubbliche, dico pubbliche).
Nella relazione istruttoria della delibera del 2019 quasi tutti gli uffici avanzavano dubbi e perplessità sulla proposta. Cito uno per tutti a pag. 6 della relazione istruttoria allegata alla Delibera della Giunta: “Direzione Facility: Costo impianto di gioco (Stadio). Nella proposta il costo di realizzazione del nuovo impianto vien indicato in euro 523 milioni, che rapportato ad una capienza di 60.000 posti conduce a calcolare un costo medio di circa 8.400 €/posto. In assenza di informazioni sui costi parametrici utilizzati dai proponenti si è proceduto ad effettuare alcune ricerche per determinare i costi medi a posto spettatore negli stadi di più recente costruzione. Sono quindi stati indagati 29 impianti dove la media dei costi è risultata di 3.600 €/posto. Si chiede pertanto di chiarire le ragioni per cui il nuovo impianto verrebbe a costare più del doppio rispetto alla media dei principali impianti europei”
Naturalmente a questa domanda non c’è stata risposta, perché più alto è il presunto costo dello “scatolone”, più alta può essere la richiesta di superficie edificatoria, nella testa degli affaristi. A loro interessano le volumetrie su aree pubbliche. E interessa avere nello stadio 12,500 posti per le aziende, riducendo i posti per i tifosi, gli abbonati e gli appassionati di calcio, e le famiglie.
Naturalmente, nella delibera si facevano proprie le richieste di tutti ( autorità sanitarie, municipio 7, consiglio comunale, uffici vari ) di non demolire il Meazza in San Siro Anche per ragioni igienico sanitarie e ambientali: pensate cosa vuol dire demolire 180.000 mc di cemento e ferro, con il numero di camion avanti e indietro per anni.
Con tracotanza, non hanno risposto a nessun quesito e sono andati avanti a presentare la richiesta di 0,51. Nella delibera di Giunta del 2021 si tornava a dire che gli uffici comunali esigevano un piano con lo 0,35 e che le stesse cifre a pagamento dei diritti di concessione erano “non congrue”.
La delibera del 5 novembre 2021 peraltro fa riferimento a leggi in parte abrogate e non cita mai la legge vigente dlgs 28 febbraio 2012 n° 38, che all’art. 4 comma 14 richiede che prioritariamente vengano recuperati gli stadi esistenti. Preoccupazione che dovrebbe essere del Sindaco e del Consiglio Comunale. In questa delibera, fra le tante chicche – che dimostrano che è fatta male ed è sbagliata da tutti i punti di vista – si cita il parere della segreteria regionale del Mibact. Attenzione, nel 2019 la Soprintendenza di Milano aveva scritto: “Si invita pertanto a valutare e proporre ipotesi alternative alla demolizione del Meazza, icona dello sport calcistico a livello nazionale e internazionale. Lo Stadio conservi le strutture del 1955 (ing, Ferruccio Calzolari e arch. Armando Ronca), il secondo anello e le rampe elicoidali, che si ritengono degne di conservazione nella prospettiva conservativa di un suo adeguamento e/o nuova trasformazione”.
Nella delibera 2021 si fa proprio il parere del segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali, che compie un grave scivolone, anzi un errore madornale (per caso?): “si può demolire tutto, poiché gli interventi del 25-26 e del 37-39 sono del tutto residuali (sic!), e gli altri non sono risalenti ad oltre settanta anni, per cui non scatta l’obbligo della tutela”
Costoro, nella foga di assecondare le due società, dimenticano che lo stadio Meazza, comunque fino al 2026, non si può toccare, poiché indicato come sede per l’inaugurazione delle Olimpiadi invernali e che proprio nel 2026 il secondo anello compie 71 anni, e quindi è sotto tutela.
Per cui San Siro non si può demolire!
Per questo il Comitato SI Mezza propone un ricorso al Tar, un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale, e una segnalazione alla Commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, poiché la delibera del 2021 si configura come un aiuto pubblico a due società per azioni (con fini di lucro) che operano in un mercato in cui è vietata qualsiasi turbativa alla libera concorrenza.
Fra l’altro, saranno le due società a fare i costruttori e gli immobiliaristi o, subito dopo la eventuale concessione dei diritti di superfici, venderanno a terzi? Sarà meglio che il Sindaco chiarisca subito questo: è vietata qualsiasi vendita a terzi dei diritti di superficie eventualmente concessi a Suning e ad Elliott.
Infine avvieremo, dopo la pausa natalizia, la procedura per una udienza pubblica.
Certamente sarebbe cosa saggia se il Sindaco e la Giunta, dopo le ultime vicende ritirassero la delibera del 5 novembre 2021. Come dice qualcuno, il Sindaco ha in mano il cerino acceso: per non scottarsi non deve passarlo ad altri, deve solo soffiare per spegnerlo. E certamente non è una soluzione ragionevole, anzi è una follia, quella di due stadi a San Siro.
Il Sindaco che è anche sindaco metropolitano, farebbe bene a consigliare alla due società di andare a comprarsi dei terreni, magari nell’area metropolitana e costruirsi il loro “scatolone”, facendosi dei mutui con le banche, come tutti i mortali quando devono farsi la loro casa.
Solo dei buontemponi possono infatti mettere in rilievo la “milanesità” dello “scatolone”. Abbattere uno stadio che funziona e che è un simbolo di Milano ed è una bellissima struttura architettonica, (per molti aspetti fortemente innovativa, basti pensare alle rampe elicoidale o alla struttura del terzo anello e del tetto) per avere uno stadio del tutto anonimo, di una società, guarda caso, americana, è il segno che l’affarismo è contro la storia di Milano.
Luigi Corbani
per il Comitato Si Meazza